Berlino ha deciso: i giganti dell’immobiliare dovranno essere espropriati
Soltanto due quartieri hanno votato contro: Berlino ha deciso a maggioranza che i grandi colossi dell’immobiliare dovranno essere espropriati. Dopo anni di battaglie dei comitati di quartiere, di migliaia di sfrattati e di chi è stato respinto in periferia da una mostruosa bolla immobiliare che ha afflitto la capitale negli ultimi vent’anni, il 56,4% dei berlinesi ha votato a favore di un clamoroso referendum che, se accettato dalla Corte costituzionale, potrebbe costringere tutti i giganti del settore con oltre tremila appartamenti a cederli a una holding pubblica, la Anstalt des oeffentlichen Rechts (Aoer). Il referendum riguarderebbe 240mila dei circa 1,5 milioni di appartamenti a Berlino: il 15%.
La candidata alla carica di sindaco della Spd, Franziska Giffey si era espressa nelle scorse settimane contro il plebiscito ma parla ora della necessità di “rispettarlo” e di “intraprendere i passi necessari” per capire come realizzarlo. E’ chiaro, però, che l’ostacolo maggiore è la conformità del quesito con i paletti del Grundgesetz, della Costituzione, e Giffey lo ha ricordato anche stamane: “se è incostituzionale, non si può fare”. In questo la sfidante socialdemocratica per la successione a Michael Mueller si è spinta fino alla spaccatura con gli alleati della Spd nel Senato cittadino, Verdi e Linke. Ma la sua rivale nella corsa per la poltrona di sindaco, Bettina Jarasch (Verdi), ha già annunciato che la questione degli espropri dovrà far parte dei negoziati per la prossima maggioranza che guiderà la capitale. La questione sarà insomma dominante, nelle trattative per il prossimo governo di Berlino.
In teoria l’amministrazione cittadina non è obbligata a tener conto dei risultati dei referendum. In passato ha accolto la richiesta dei berlinesi di non cedere l’enorme area del vecchio aeroporto di Tempelhof, ma ha respinto l’esito del referendum che chiedeva invece di non chiudere l’altro vecchio aeroporto, quello di Tegel. L’iniziativa “Deutsche Wohnen & Co enteignen” che ha promosso il referendum promette battaglia: “Non accetteremo temporeggiamenti né tentativi di bloccare la decisione.
Conosciamo tutti i trucchi”, ha detto un portavoce, Kalle Kunkel. “Non molleremo”, ha aggiunto.